Modelli e Approcci (40 ore) Rinviato a data da destinarsi
Si tratta di quattro incontri durante i quali si lavora sui seguenti ambiti:
- vocalità
- improvvisazione vocale (uso della voce parlata e cantata)
- apprendimento di modelli
- uso della tecnologia per la realizzazione di paesaggi sonori e per l’uso della costruzione di ambienti vocali
- composizione per la scena
- studio dello spazio sonoro
- consapevolezza corporea e uso dello spazio
- lettura del repertorio tradizionale per la scena (attività di composizione)
- il canto segnato
Maria Grazia Bellia, Teoria e pratica del Coroscenico
La riflessione teorica che chiarisce le motivazioni che sottendono alle proposte del Coroscenico si rendono necessarie per poter comprendere la pratica. La teoria seguirà i momenti della pratica che metterà gli allievi nelle condizioni di acquisire modelli riproducibili. La pratica del coro in movimento nasce perché ogni corista possa avere un posto, un ruolo e voce per cantare, per pensare, per dire e per fare musica. Il Coroscenico come ambiente di apprendimento che faciliti la “condotta vocale” di ciascuno nel rispetto di un’idea democratica dello stare assieme.
Lorenzo Donati, La voce, lo spazio (in costruzione)
Enrico Strobino, Paesaggi sonori e haiku
Paesaggio sonoro è, secondo Schafer, “un qualsiasi campo di studio acustico. Paesaggio sonoro può essere una composizione musicale, un programma radio o un ambiente acustico”. Nel nostro caso si cercherà di interpretare e di rappresentare alcuni testi poetici come se fossero paesaggi sonori, cioè come ambienti, come territori acustici, utilizzando anzitutto la voce, ma anche oggetti e strumenti musicali, nonché media digitali. Centrale sarà quindi il concetto di sinestesia. Alcuni Haiku saranno utilizzati come stimoli compositivi: forme brevi, costituite da pochi dettagli, piccoli gesti, momenti fugaci, piccole azioni, proponibili a qualsiasi livello di competenza.
Antonella Talamonti, La voce in scena
L’incontro propone un lavoro attorno alla voce parlata e cantata a partire dalla filastrocca. Si lavorerà sull’improvvisazione ritmica su pulsazione comune con le parole del testo; con direttore/ con più direttori in contemporanea/senza direttori; sulle trasformazioni del un testo in coro parlato/ intonato/ cantato; sull’improvvisazioni con frammenti del testo ed esperienze di ritmi periodici individuali, pulsazione individuale; sulla ricostruzione/reinvenzione semantica di un testo partendo dai frammenti; sulle relazioni di testo/contesto ricontestualizzando la filastrocca con canzoni/ melodie/altri testi, anche di altri paesi/in altre lingue, se presenti nel gruppo, che nascono per associazione libera; sulla possibilità di spazializzare qualunque di queste esperienze.
– La musica delle parole, delle consonanti e delle vocali
– La musica dei dialetti e delle lingue
– La musica delle intenzioni
– La musica delle emozioni
– La musica delle relazioni
– La musica dei silenzi
Nel Coroscenico una pratica vocale accogliente ed inclusiva che canta le persone e i luoghi e fa spazio a tutte e tutti.